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Ci ha lasciato il Dott. Malacrida, Direttore Sanitario Emerito di Avis Busto

Un saluto commosso al dottor Vittore Malacrida, che ci ha lasciato ieri all’età di 95 anni.
Per decenni è stato il direttore sanitario di Avis Busto e Valle Olona, recentemente nominato direttore sanitario emerito.
Vogliamo ricordarlo con una sua dichiarazione di tre anni fa:

«L’esperienza dell’avisino diventa sempre più importante nei tempi più difficili».

Oggi, martedì 19 aprile, il funerale che verrà celebrato nella Basilica di San Giovanni a Busto Arsizio alle ore 14.

 

Di seguito il commiato dei colleghi che per anni hanno collaborato con lui, qui riassunte dalle parole della Dott.ssa Maria Maddalena Langè.

 

“Se ne è andato un uomo di indubbia personalità e competenza, che ha diretto per decenni il laboratorio analisi dell’Ospedale e che ha lasciato una traccia significativa nel mondo di Avis Busto e Valle Olona.

Le assemblee e manifestazioni delle sedi locali l’hanno sempre visto attivamente partecipe ad informare e spronare.

Dal 2003, quando ha rivestito la carica di Direttore Sanitario, ha lavorato indefessamente, ogni giorno, con ammirevole assiduità presso la nostra Segreteria, fino a pochi giorni fa, fino a quando le forze glielo hanno permesso.

Diventato Direttore emerito, per motivi anagrafici e di salute, l’anno passato, non ha smesso di continuare ad occuparsi dei “suoi” donatori, soprattutto dei donatori “deboli” come li chiamava: a loro, fermati dall’attività donazionale definitivamente o per
breve tempo, forniva suggerimenti, consigliava e faceva eseguire esami, li rassicurava rammentando che era al loro fianco; infine li spronava a sentirsi sempre “avisini”, collaborando alle varie attività associative.

Dal 2009 aveva voluto una Commissione Sanità proprio a questo scopo, convinto che Avis, tutelando attentamente i suoi iscritti, fornisce un importante contributo alla salute pubblica, educando a comportamenti corretti e
responsabili.

Ricordava spesso l’importanza che l’associazione aveva avuto, fin dai suoi primi passi, nell’immediato dopoguerra, per promuovere consapevolmente la donazione, come momento di ricostruzione e di ripresa morale dopo anni dolorosi.

Lascerà un gran vuoto tra noi ma anche uno stimolo a continuare con assiduità nella nostra attività.”

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