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Malattie infiammatorie croniche intestinali: la celiachia

La malattia celiaca o celiachia (dal greco koiliakòs, “coloro che soffrono negli intestini”) è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino tenue (IBD: Inflammatory Bowel Disease): infiammatoria perché provoca una reazione immunitaria scatenata dall’ingestione del glutine, una proteina presente nel grano e in altri cereali; cronica perché non si guarisce dalla celiachia ma si può soltanto trattare e imparare a conviverci. Più precisamente, il glutine non è una proteina ma un complesso proteico, e solo una sua frazione (pari al 50% del contenuto) è responsabile dell’effetto tossico nel celiaco: le prolammine, una famiglia di proteine contenute, appunto, nei semi dei cereali.

La celiachia può esordire a qualsiasi età, più facilmente nei primi anni di vita, mentre nelle forme tardive la sintomatologia può essere molto lieve e talvolta assente o presente con altre manifestazioni cliniche, al punto che a molti soggetti la malattia viene diagnosticata perché parenti di primo grado di una persona già affetta. Essa si manifesta con il classico quadro di malassorbimento di nutrienti con conseguente diarrea, perdita di peso e carenze nutritive, cui si aggiungono sintomi cronici anche estranei al tratto gastroenterico, per citarne alcuni: debolezza muscolare, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori e fragilità ossea.

È bene sottolineare che la celiachia NON è l’allergia al frumento: sono diverse le vie d’innesco della reazione allergica, i meccanismi immunitari coinvolti, il complesso di molecole scatenante la reazione, i tempi di risposta e le reazioni, che in questo caso possono includere lo shock anafilattico, che se non prontamente trattato può portare alla morte. 

La dieta senza glutine è l’unica terapia disponibile per celiachia e, se non eseguita rigorosamente per tutta la vita, comporta un aumentato rischio di insorgenza di complicanze gravi come i tumori intestinali.

La celiachia in numeri: colpisce indistintamente uomini e donne con un rapporto di 1:2 e circa l’1% della popolazione italiana e mondiale è affetta da celiachia, ma in Italia solo un terzo ha ricevuto una diagnosi. La celiachia, infatti, necessita di una diagnosi medica mediante ricerca sierologica e biopsia della mucosa duodenale. Per questo NON si deve assolutamente iniziare la dieta senza glutine senza una diagnosi di celiachia e sulla base di consigli di amici, parenti o, peggio ancora, sedicenti influencer. Il rischio è quello di precludere la corretta diagnosi di celiachia o di altre patologie sottostanti. 

“Essere celiaci non è facile. È una condizione che ti obbliga a prestare attenzione a qualsiasi cosa che compri e mangi e fa vivere un forte disagio nell’uscire con gli amici, non potendo sempre assecondare il tradizionale uso italiano del sedersi a tavola e mangiare tutti insieme.

Chi è celiaco deve leggere le etichette di ogni alimento che acquista, perché non immagineresti mai che i piselli in scatola contengono tracce di glutine; controllare come cucina l’amico che ti invita a cena, se usa mestoli “puliti” o se, invece, potrebbero essere contaminati; ispezionare tutti i ristoranti della zona sperando che qualcuno abbia opzioni senza glutine e non contaminate: infatti, la moda del mangiare senza glutine “perché fa dimagrire” – ipotesi ampiamente smentita – ha portato molti ristoratori a cucinare sì senza glutine, ma senza prestare reale attenzione alle contaminazioni.

La lista è ancora lunga: l’aperitivo si riduce a una contemplazione degli altri che mangiano e tu no, fare gite fuori porta senza “schiscetta” significa con ogni probabilità digiunare, per non parlare di chi ti promette una cena adatta alla dieta-senza-glutine e, poche ore dopo, i dolori addominali rivelano tutt’altro.

Ultima chicca è la necessità di controlli periodici per assicurarsi che non vi sia un malassorbimento di sostanze importanti per la salute quotidiana: è infatti frequente sentirsi più stanchi e affaticati perché ferro e iodio vengono assorbiti con più difficoltà dalla mucosa intestinale, causando anemia e leggero ipotiroidismo. Di conseguenza, gli integratori diventano i migliori amici del celiaco. Fortunatamente, il Sistema Sanitario Nazionale garantisce una quota mensile spendibile in prodotti senza glutine certificati, che altrimenti costerebbero molto più di quelli normali!”

Per maggiori informazioni: Associazione Italiana Celiachia (AIC) https://www.celiachia.it/

 

A cura di Francesca Genoni

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